Il cero pasquale 2017

Il mistero pasquale di Cristo (la croce gloriosa) segna il tempo in verticale (l’anno 2017) trasfigurandolo in lui, che è l’Alfa e l’Omega della storia, il Principio e il Fine, la Parola Ultima… Tutto questo è contornato e sostenuto dal pavone, uno dei primi simboli cristiani, già presente nelle catacombe. Nell’antichità si pensava che le sue carni, dopo la morte, non si deteriorassero: per questo faceva pensare alla vittoria di Gesù sul male e sulla morte.
Ogni anno in autunno il pavone maschio perde le penne decorative, che rinascono in primavera: anche per questo è stato scelto dai primi cristiani per esprimere il mistero della rinascita spirituale di chi è immerso con il Battesimo nella morte di Gesù, per rinascere a vita nuova nella sua risurrezione.
I colori sgargianti richiamano l’arcobaleno, che già nella Genesi è segno dell’alleanza rinnovata tra Dio e Noé, che ora giunge a pienezza in Cristo. L’Apocalisse dice che “un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono di Dio” (4,3).
I mille occhi presenti nelle penne richiamano la grandezza e l’onnipotenza del Figlio dell’uomo, che passando per l’umiliazione della morte di croce, attraverso la risurrezione è stato costituito “Signore” in eterno. Ancora l’Apocalisse ci aiuta a pregare davanti al nostro cero: “L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione” (5,12).