Quaresima 2016

 

PASQUA DI RESURREZIONE

Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.

 

 

IMG_20160320_112055DOMENICA DELLE PALME

Avanzando nell’itinerario quaresimale la croce accanto all’altare si è colorata di sabbia, di bianco, di verde, di giallo, di grigio… Adesso “è giunta l’ora” del rosso, il colore del sangue, della vita, della passione, della regalità, della vittoria. Dice il Cristo Risorto nel libro “Volete andarvene anche voi?” di Luigi Santucci: “Io esco nella luce, questa è l’aurora di Pasqua. L’orto di Giuseppe è gonfio di rugiada sotto i miei piedi. Il cielo a oriente si tinge di sangue. Quale moneta il sangue. Lui solo compera. Io compro tutti. Compro il dolore la paura la bestemmia la perdizione. Sulla collina ho sputato la spugna inzuppata di fiele, ma ora inghiotto la Morte perché non torni a germogliare. Sarà l’ultimo disgusto della mia passione. E poi musica, fino alla fine del mondo”. Lasciamo che in questi Giorni Santi la musica del Crocifisso Risorto ci appassioni e ci avvolga!

 

 

 

IMG_20160313_105219QUINTA DOMENICA

“Grigio” dicono sia un colore “neutro”, nel senso che non è primario, sta insieme al bianco e al nero e, per non scontentare nessuno, è fatto per metà di uno e per metà dell’altro. Nè bianco né nero, nè caldo nè freddo, complementare di se stesso… Dice il Figlio dell’uomo nell’Apocalisse: “Tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (3,15-16) Penso che anche a Gesù sia venuto da vomitare osservando il grigio delle pietre in mano ai “giudici” della donna adultera. Forse il colore delle pietre era neutro, ma quello dei cuori no! Si ergevano spietati, senza luce, vestiti di grigiore. Infatti se ne vanno, a cominciare dai più anziani, quando lui sfida il grigiore: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra”. E mentre risuona cupo il battito delle pietre che vengono abbandonate le une sulle altre, Gesù scrive per terra. Peccato avesse avuto solo il dito… Chissà quali sfumature avrebbe usato se avesse avuto i colori… Forse avrebbe colorato ogni pietra, ogni cuore…

 

IMG_20160306_110914QUARTA DOMENICA

Picasso era convinto che: “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”. Il giallo va d’accordo con l’artista, perché entrambi trasformano la realtà, indicano un “oltre” che sa scaldare il cuore. Insieme al rosso e al blu è tra i colori primari, indispensabili per avere tutti gli altri, come indispensabile è la vita, il calore, la luce. Penso che se Gesù avesse dato un colore alla sala della festa per il figlio che ritorna, avrebbe usato il giallo… Nella parabola di Luca è il padre che vede da lontano questo figlio in cerca di luce e che non si era accorto di essere “visibile”, senza zone oscure per chi lo amava.

 

 

 

IMG_20160228_105553TERZA DOMENICA

Il Vangelo di oggi ci parla di un fico verde, troppo verde, solo verde, perché tra le tante foglie non spuntavano mai frutti… E’ vero che il verde può essere rilassante, ma non fino a rendere piatti, sterili… “La legna verde fa sempre fumo” dice il proverbio, e forse anche la nostra fede si nutre spesso di un verde così riposante che fa solo fumo… Il roveto, apparentemente arido, si riveste di fuoco e rivela; il fico, apparentemente generoso, sembra non avere vita. Non per niente quando vediamo qualcuno ammalato o stanco, gli diciamo: “Sei verde!” Ma anche per quel verde c’è possibilità: “Aspetta, lo zappiamo, gli mettiamo il concime… diamogli ancora un anno…” E’ la misericordia di Dio, che è sempre complementare al nostro vuoto. Sarà per questo che il verde è il colore della speranza?

 

 

 

IMG_20160221_111526SECONDA DOMENICA

“Il bianco è un colore con alta luminosità ma senza tinta. Più precisamente contiene tutti i colori dello spettro luminoso ed è chiamato anche colore acromatico”. Dicono che il suo contrario non sia il nero, ma il “non colore”. Io preferisco pensare che il suo contrario siano gli inferi, l’abisso, perché il bianco ti solleva, ti fa alzare lo sguardo e sperare… Scrive Chesterton: “Il bianco non è una mera assenza di colore, è una cosa brillante e affermativa. Dio dipinge in molti colori; ma egli non dipinge mai così magnificamente, mi verrebbe da dire quasi grandiosamente, come quando dipinge di bianco”. E’ così quella veste di Gesù che oggi si trasfigura con lui diventando “candida e sfolgorante”(Lc 9, 29): non potrebbe essere altrimenti, visto che è un anticipo della sua Pasqua, della sua vittoria sul male e sulla morte, del suo “discendere agli inferi” per distruggerli, imbiancandoli di risurrezione. E’ così anche la nostra veste battesimale, che brilla del bianco riflesso da lui, che è partecipazione alla veste sfolgorante del suo mistero pasquale di morte e risurrezione.

 

IMG_20160214_113039PRIMA DOMENICA

C’è più di un colore che prende il nome da un oggetto: oro, carta da zucchero, zafferano, albicocca, terra di Siena, seppia… E’ un modo semplice e “tangibile” di rendere l’idea di quel colore… Chissà come parlava a Gesù il color “sabbia” di quei quaranta giorni nel deserto. Un colore che entrava da tutte le parti, che appiattiva ogni orizzonte, che ti metteva alla prova e ti faceva sognare miraggi di arcobaleno… E’ il colore che respiriamo anche noi in una quaresima lunga come una vita… Ma è proprio qui che il Signore entra, sta con noi, prende sul serio questo “sabbia” mono-tono e ci fa intravedere pertugi di colori diversi, non per scappare, ma per trasformare: “Non di solo pane… Dio solo adorerai… Non metterai alla prova…” Possiamo trasformare l’onnipresenza di questo “sabbia” in un “sabbiato” che movimenta, tempra e impreziosisce ogni altro colore, perché “chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rm 10,13).