Educare

In una scuola media, un gruppo di ragazze aveva iniziato ad usare il rossetto e se lo metteva in bagno, a ricreazione. Questo di per sé non era un problema, ma dopo che se lo erano messo, le ragazze premevano le labbra sullo specchio lasciando dozzine di impronte di rossetto. Ogni mattina il bidello le rimuoveva e il giorno seguente le ragazze le rimettevano. 
Il preside decise che bisognava fare qualcosa. Chiamò le ragazze nei bagni insieme con il bidello e disse: “Ciò che fate complica la vita al nostro bidello, per il tanto tempo che gli portate via per togliere le vostre impronte, anche perchè lui usa un sistema particolare. Gli faccia vedere come pulisce gli specchi”. Il bidello prese uno spazzolone a manico lungo, lo tuffò nel water e lo utilizzò per pulire gli specchi. Da allora, non ci fu più nessuna impronta. 

Un conto è insegnare le cose, un conto è farle capire educando… Ringraziamo il Signore per l’immenso capitale di educazione che ogni giorno viene messo a frutto nella nostra comunità: i genitori, i nonni, i catechisti, le suore, i capi scout, gli animatori, i baristi, i cori, i responsabili del circolo N.O.I., gli operatori Caritas, chi tiene puliti e addobbati i nostri ambienti, il seminarista Emilio, don Egidio… Chiediamo al Signore che ci dia l’apertura mentale, l’innovazione e il coraggio di non rifugiarci nell’insegnamento, ma di rischiare nel campo più aperto e avventuroso dell’educazione, che non esclude il sapere, ma trova strade nuove, esperienziali e in ascolto della persona per trasmetterlo.
Scriveva Plutarco: “L’opera di chi educa non deve consistere nel riempire un sacco, ma nell’accendere una fiamma”.

don Silvano