Il Tempo di Avvento

Inizia con i primi Vespri della prima Domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore liturgico è il viola morello; nella terza domenica si può usare il rosa. Nella celebrazione eucaristica non si recita il Gloria, in modo che risuoni più vivo nel Natale.
Il termine Avvento deriva dal latino adventus, che si può tradurre con “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel linguaggio antico era un termine tecnico per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o dell’imperatore. I cristiani adorarono questa parola per esprimere la relazione con Gesù: è lui il re, venuto sulla terra per visitare tutti.
Con la parola “adventus” si intende dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare, egli è qui e viene a visitarci in molti modi.
La prima parte del tempo di Avvento, fino al 16 dicembre, invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso del Signore; la seconda parte rimanda al mistero dell’Incarnazione, perché accogliamo il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. La preghiera di questo tempo: “Vieni, Signore Gesù!” (Ap 22, 20).

L’Avvento romano si divide in due parte: la prima, fino al 16 dicembre, sottolinea la venuta di Gesù alla fine dei tempi. Non si tratta di una dimensione che dura qualche giorno: noi viviamo per attenderlo! Ogni istante è un anelito di nostalgia perché la sua venuta si realizzi e lui ci ha chiesto di vegliare perché viene continuamente nelle nostre ore e nei nostri giorni. L’Avvento ci fa il servizio di richiamare una dimensione che è di ogni tempo.
Nella seconda parte, dal 17 al 24 dicembre, sfuma l’orientamento prevalente al futuro e si intensifica la memoria della venuta storica del Signore Gesù, con la sua incarnazione, concentrandosi sui personaggi e gli eventi della sua gestazione e nascita. Questi giorni sono chiamati “ferie maggiori” dell’Avvento. Questo “intreccio” delle due parti dice “il già e il non ancora” della nostra fede e ci invita a fare memoria degli eventi della vita di Gesù in una prospettiva di futuro, di attesa operosa, di investimento sulle “opere del Regno”, che danno senso e spessore alla nostra vita.

Dal 17 al 23 dicembre, giorni chiamati “ferie maggiori” dell’Avvento, vengono usate come versetto dell’Alleluia e antifona del Magnificat ai Vespri, le “Antifone in O”. Si chiamano così perché cominciano tutte con la lettera “o”, che esprime lo stupore dell’universo perché Dio si fa uomo. Vengono chiamate anche “antifone maggiori”, cantate nella Chiesa già dall’ VIII secolo. Gesù viene invocato con una serie di titoli messianici: Sapienza, Signore, Radice di Iesse, Chiave di Davide, Sole che sorgi, Re delle genti, Emmanuele, ricostruendo una sorta di sintesi della storia della salvezza, ricchissima di riferimenti e di significati. Le iniziali latine di questi titoli, lette in senso inverso, formano l’acrostico “Ero cras”, che significa “sarò domani”, “verrò domani”. Le antifone si concludono con la supplica “Vieni”, perché Dio venga oggi, sia salvezza per la nostra vita, risponda alle nostre speranze. Sono come un affascinante “viaggio di salvezza” in attesa del Natale di Gesù, ma anche del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi!