Nei documenti Occorre evidenziare la centralità del cero pasquale, ornarlo con fiori e posizionarlo in luogo alto e visibile, ponendolo vicino all’ambone: è significativo legarlo al luogo della Parola in quanto la luce del Risorto illumina tutte le pagine bibliche e specialmente manifesta il significato della storia salvifica prima di Cristo. Si lasci il cero pasquale in presbiterio per tutto il tempo pasquale. Il cero pasquale si accende in tutte le celebrazioni liturgiche più solenni di questo tempo, sia alla messa, sia alle lodi e ai vespri. Dopo il giorno di Pentecoste, il cero pasquale è conservato con il debito onore nel battistero. Nell’Exsultet Nelle parole di Alessia, che ha dipinto il nostro cero pasquale
“Nel rispetto della verità del segno, si prepari il cero pasquale fatto di cera, ogni anno nuovo, unico, di grandezza abbastanza notevole, mai fittizio, per poter rievocare che Cristo è la luce del mondo”.
dalla Lettera “Paschalis sollemnitatis” della Congregazione per il Culto
Alla fiamma del cero si accendono, nella celebrazione del battesimo, le candele dei neo-battezzati.
CEI, Suggerimenti liturgici per le domeniche pasquali
Si chiama così l’annuncio della risurrezione che viene cantato nella notte di Pasqua, dalla prima parola con cui inizia nella versione latina: “Esulti il coro degli angeli”. In esso c’è questa parte dedicata al cero:
In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.
Ti preghiamo, dunque, o Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Anche quest’anno mi è stato affidato il compito di dipingere il cero pasquale. Dedicare parte del mio tempo a questo lavoro è stata un’esperienza quasi meditativa: dalla progettazione del disegno, alla scelta dei colori, fino alla realizzazione finale.
Con i tratti colorati verso l’alto e verso il basso ho voluto ricordare le fiamme e le onde, che riprendono a loro volta gli elementi del fuoco e dell’acqua, entrambi simboli solenni della Pasqua.
Al centro i tre colori utilizzati per questi tratti – l’oro, il blu e il rosso – mettono in risalto una croce semplice ma essenziale, luminosa e viva.
La mia personale passione per l’arte e la fede si sono incontrate per realizzare questo simbolo di nuova rinascita, la Pasqua di Gesù, che ogni anno giunge per ricordarci di risorgere e portare nuova luce e nuova speranza nelle nostre vite.
L’ho vissuto proprio così, come un ricordo della bellezza e della meraviglia che nelle più svariate forme sono presenti nella mia vita.
Sono onorata di aver avuto la possibilità di mettere un pezzettino di me in questo sacro simbolo d’amore, quella parte più intima e viva di me che sento così vicina alla divina presenza del Signore.
chiesacattolica.it
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